Chiuro
Il borgo
Questo borgo, situato tra vigneti e meleti, è il fiore all'occhiello per la produzione enologica valtellinese. Moltre delle case vinicole valtellinesi hanno qui la loro sede e producono Valtellina Superiore DOCG e Sforzato.
Al centro del paese spicca il Castello Quadrio, ovvero la dimora fortificata della famiglia feudataria del borgo dal 1200 per conto del vescovo di Como. Il Castello appare come il punto di irradiamento per la costruzione di numerosi altri palazzi appartenenti a rami cadetti o famiglie legate ai Quadrio, specialmente lungo l’attuale via Rusca, l’antica “Contrada Bella” mentre la Contrada di Gera, tra le più fiorenti, decadde e, attualmente, non esiste più. A pochi passi si apre la piazza principale del paese, con una caratteristica fontana in pietra a doppia vasca.
Vicino alla fontana si può vedere il complesso di edifici che fa capo alla parrocchiale dei SS. Giacomo e Andrea. Di notevole interesse il portale d’ingresso al sagrato e il portico a lato della chiesa. Nella parte orientale del paese, seguendo il corso di un’antica roggia, si trovano ancora alcuni degli opifici artigianali che utilizzavano la forza motrice dell’acqua.
Punti di interesse
Nel borgo sono da vedere: l'antico castello di Stefano Quadrio, la parrocchiale dei SS. Giacomo e Andrea di origine medievale, con a fianco il cinquecentesco portico dei Disciplini con l'attigua cappella adorna di affreschi di Cipriano Valorsa e le case signorili di Via Rusca e Borgo francone. Ai margini del paese si trova la chiesa della Madonna della Neve e di S. Carlo, edificata in epoca barocca.
Castello Quadrio
Il Castello di Stefano Quadrio, sicuramente l'edificio di maggior spicco nel centro di Chiuro, è l'attuale Casa Vinicola Negri. Collocato nelle immediate vicinanze della chiesa parrocchiale, al visitatore che giunge nel paese da corso Maurizio Quadrio presenta una piccola parte del suo reale sviluppo e nasconde la sua antica funzione dietro l’apparenza di casa nobiliare. L’edificio, in parte rimaneggiato da interventi degli ultimi decenni, è circondato da stretti vicoli che rimandano a un passato lontano e permettono il passaggio anche di una sola persona. Dal cortile a est della chiesa di sant’Ignazio, detto “Delle Prigioni”, si accede al museo etnografico, allestito nelle sale dell’edificio che fu del collegio dei Gesuiti.
Torre di Castionetto
Non si conoscono documenti che attestino il periodo di costruzione, anche se gli studiosi sono concordi di inserire la torre tra il XIII e il XV secolo, ovvero il periodo di maggior prosperità per i Quadrio. La famiglia si era insediata a Chiuro in contrada Castionetto, per questo ricordata come “Torre di Castionetto”. Considerata la solidità della struttura, con mura che alla base raggiungono i 2,5 m di larghezza, la torre aveva certamente un ruolo non solo di avvistamento ma anche difensivo e, per questo motivo, conosciuta anche come “Torre di Roncisvalle”. La Torre, ancora oggi è un’importante punto di osservazione.
Ponte in Valtellina
Storia
Grazie alla presenza di fonti storiche si è attestato che gli insediamenti umani nel borgo di Ponte in Valtellina risalgano all’età preistorica. Vico Ponte, toponimo risalente al 918 D.C., deriverebbe da un termine longobardo che indicava un campo recintato e coltivato, secondo altri farebbe riferimento a un ponte sul fiume Adda o ad un attraversamento sul torrente Rhon.
Il borgo raggiunse l'autonomia dopo l'anno 1000, per merito della famiglia Quadrio, originarie del Comasco e di fazione ghibellina, ebbe un notevole rilievo. Qui nacquero il letterato F. Quadrio e l’astronomo G. Piazzi e venne introdotto, nel 1369, il primo libro dell’estimo.
Il borgo
Ponte in Valtellina si trova ai piedi della vetta del Rhon, e si estende a nord sul versante retico e include il piccolo borgo di Arigna su quello delle Orobie. Borgo molto antico, con ancora strade acciottolate (dette risc, in dialetto locale), chiese e corti da visitare è una fonte inesauribile di stimoli visuali, culturali, stoici ed anche fotografici. Passeggiando per le vie di Ponte si incontrano piccole corti, vecchi portoni, palazzi nobiliari semi-abbandonati e vecchie case contadine. Nonostante il boom economico, le ristrutturazioni e l’edificazione selvaggia degli ultimi anni, il centro storico è rimasto intatto, infatti, alcune vie sono così strette che diventano accessibili solo per pedoni o biciclette. Per questo motivo, oggi, è possibile ammirare questo borgo medievale e rinascimentale pressoché intatto.
Alcuni punti di interesse
Noto per la coltivazione delle mele (detiene la massima superficie coltivata a frutteto in provincia), è prevalentemente centro agricolo, anche se non mancano attività artigianali. Da vedere sono la chiesa della Madonna di Campagna (XVI sec.), la parrocchiale di S. Maurizio nella quale si nota la sovrapposizione di tre stili (romanico, gotico e rinascimentale), l'oratorio dei Disciplini con un ciclo di affreschi di Fermo Stella, la chiesa di S. Ignazio (XVII sec.) e tutto il centro storico che presenta un perfetto connubio tra corti contadine e dimore nobiliari.
L’osservatorio astronomico
Inaugurato nel 2009, l’Osservatorio astronomico, è dotato della più moderna strumentazione. Durante le visite serali vengono proposte conferenze su costellazioni, oggetti e fenomeni del nostro sistema solare, con visione e analisi del cielo stellato attraverso binocoli e telescopi mobili. La parte più emozionante della visita è sicuramente quella in cupola dove si può compiere un’osservazione diretta e approfondita di alcuni oggetti astronomici di particolare interesse. All'astronomia si può abbinare una passeggiata seguendo il Sentiero Botanico con partenza ai piedi dell'Osservatorio con possibilità di visita guidata dalle. Il percorso alla portata di tutti si snoda nel bosco tra faggeti, querce e larici e c’è la possibilità di incontrare specie come cervi, caprioli e scoiattoli. È anche possibile percorrerlo accompagnati da Guardie Ecologiche volontarie (GEV)
Museo etnografico
Il Museo etnografico di Ponte in Valtellina propone un avvincente percorso nella vita quotidiana di un borgo contadino del passato. L’esposizione è allestita nei locali a pianterreno dell’edificio che fu collegio dei Gesuiti, sede anche della scuola media. Sin dagli anni ’70 dello scorso secolo alcuni cittadini, supportati dall’Amministrazione Comunale, raccolsero e misero a disposizione numerose testimonianze della vita contadina, che trovarono sistemazione presso i locali della scuola elementare. Intorno agli anni ’90 gli oggetti raccolti trovarono una collocazione più organica presso la sede attuale: in ogni sala venne ricostruito un lavoro agricolo. Dopo alcuni anni di chiusura, dovuta a manutenzione dell’edificio, nella primavera del 2010 il Museo ha riaperto presentandosi al pubblico con una nuova veste: gli spazi sono stati riallestiti rispettando la ciclicità dei lavori agricoli, che nell’arco di ogni annata si svolgono sempre uguali eppure sempre diversi.
L’edificio storico “Curt de Leli”
Questo edificio racchiude in se tutte molte delle caratteristiche tipologiche della casa a corte valtellinese: si sviluppa attorno ad un cortile “privato”, chiuso dove un tempo venivano svolti i lavori connessi all’agricoltura e dove la famiglia era solita incontrarsi. Il cortile presenta una pianta regolare ed è racchiuso da una muro di cinta e da costruzioni parte intonacate e parte in pietra. La pavimentazione è ad acciottolato e pietra. L’edificio si apre con un portico a due fornici, sorretti da colonne romaniche, ed un portalino in pietra archi travata. Per mezzo di una scala in pietra si sale al primo piano, che presenta un loggiato a quattro fornici a tutto sesto, anche questi sorretti da colonne con capitelli romanici. L'edificio presenta finestre chiuse da inferriate; vi è un’interessante maniglia in ferro battuto a motivi floreali.